UOMINI E REGOLE

UOMINI E REGOLE
Prima o poi, purtroppo, doveva accadere che un impianto democratico dovesse essere modificato in un sistema in cui a governare non fossero più le assemblee elettive, ma congreghe e caste, sette e leghe tutte rigorosamente rappresentate da un qualche fanfarone di turno.
Prima o poi doveva accadere che si giungesse a questo punto per la pochezza istituzionale degli “eletti”, per il loro scarso senso dello Stato, per le colossali e devastanti ruberie ai danni della collettività sempre più derubata dei diritti, primo fra tutti del diritto al lavoro.
Il processo spacciato come “riformistico”, ma che, nella sostanza è “controriformistico” lascerà sul campo le macerie di un Carta costituzionale tra le più avanzate del mondo, meravigliosa sintesi di liberalismo, di democrazia, di socialismo e di cristianesimo sociale e porterà in auge contenuti limitativi delle libertà e dei diritti di partecipazione diretta e democratica alla vita stessa dello Stato.
Lascerà pure sul campo schemi, strutture, ambiti degli stessi partiti non più rappresentati adeguatamente dai loro leaders con la speranza che si capisca che non erano le regole che dovevano essere cambiate, ma quegli uomini che avrebbero dovuto, per primi, rispettarle.

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